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Abbazia di Fossanova - Priverno - LT
L’Abbazia di Fossanova (il toponimo fossa nova è forse da porsi in relazione a sistemazioni idrauliche connesse al vicino fiume Amaseno), è uno degli esempi più significativi dell’arte gotico-cistercense in Italia. Costruita sui ruderi di una villa romana di età repubblicana, fu dapprima monastero benedettino e successivamente, per volere di Innocenzo II, fu concessa ai cistercensi che la edificarono nelle forme attuali. La chiesa abbaziale, dedicata a S. Maria, fu consacrata da Innocenzo III nel 1208; raggiunse il massimo splendore durante tutto il XIII secolo, a partire dal secolo successivo comincerà un lento declino che terminerà nel XIX secolo con la trasformazione del complesso abbaziale in borgo rurale.
Il nucleo principale è costituito dalla Chiesa con il Chiostro su cui ruotano il Refettorio, la Sala Capitolare, l’Infermeria dei monaci e la Casa dell’Abate, dove morì San Tommaso d’Aquino nel 1274. La Chiesa, dedicata a S. Maria, è a pianta a croce latina a tre navate, divisa da sette pilastri congiunti da arcate a sesto acuto. Le navate sono coperte da volte a crociera, all’incrocio fra la navata centrale ed il transetto sorge il tiburio o torre lanterna, ricostruito dopo che un fulmine lo distrusse nel 1595. L’interno, privo di decorazioni, esalta lo stile gotico-cistercense. La sobria facciata della chiesa, in origine porticata, è ingentilita da un grande rosone centrale e da un bel portale la cui lunetta risalta per le splendide decorazioni cosmatesche.



































Il Chiostro
Il Chiostro era il luogo riservato al passeggio e alla meditazione dei frati ed intorno ad esso si sviluppavano i principali ambienti del monastero. Di particolare interesse è il lato antistante il Refettorio per le forme delle colonnine e per l’edicola costruita a protezione di un lavabo, la cui base riutilizza una pietra miliare dell’antica via Appia. Su un lato del Chiostro si apre la Sala Capitolare, uno degli ambienti più importanti del monastero, dove i monaci si riunivano ogni mattina per leggere un capitolo della Regola di S. Benedetto e per discutere delle questioni più importanti. La Sala è coperta da una doppia volta a crociera, che si appoggia a semipilastri a fascio addossati alle pareti e a due pilastri al centro. Il Refettorio, dove i monaci si riunivano per il pasto, è l’ambiente più vasto dopo la chiesa,. Il tetto è sostenuto da cinque archi a sesto acuto; sulla parete destra si trova il pulpito, al quale si accede mediante una scalinata di pietra. A ridosso della porta d’ingresso vi è a destra un’apertura dalla quale le vivande venivano passate direttamente dalla cucina al refettorio.















SALA CAPITOLARE
La sala Capitolare costituisce il cuore politico e amministrativo dell’abbazia. Situata al centro dell’area dei monaci, vi si svolgeva ogni giorno una riunione della comunità monastica presieduta dall’abate. Qui si leggeva un capitolo tratto dalla Regola di San Benedetto, si distribuivano le mansioni quotidiane e si affrontavano i problemi legati alla gestione del monastero. Solo i religiosi potevano entrare nella sala, prendendo posto sulla panca collocata lungo il perimetro. Alcune decisioni potevano riguardare anche i conversi che, in tal caso, assistevano attraverso le bifore che si affacciavano sulla galleria del chiostro. Una lapide nel pavimento conferma la consuetudine di deporre in questo luogo le spoglie degli abati.
Varcata la soglia, sulla destra, si trova inciso un nodo di salomone a forma di croce, simbolo dell’alleanza tra cielo e terra e del valore salvifico di Cristo, vera porta per la salvezza. Il vano è illuminato a est da tre monofore. Le volte a crociera modanate ricadono sui sostegni centrali e sulle colonnine addossate alle pareti. Questo elegante sistema di copertura fu realizzato intorno agli anni venti del duecento, in una fase di abbellimento che riguardò anche la facciata della chiesa e il refettorio. Non a caso lo stile dei capitelli e delle base rivela l’influenza delle maestranze campane, attive in facciata, sugli scultori locali coinvolti nella decorazione della sala capitolare.
I capitelli della sala – eseguiti dalle maestranze del posto -  possono essere ricondotti a due gruppi principali: uno ispirato al linguaggio gotico – borgognonese della chiesa, l’altro aggiornato sulle ascendenze campane introdotte in facciata. I capitelli ad uncino dei pilastri centrali ricalcano per l’essenzialitàquelli del coro della chiesa. Le bifore e i capitelli delle pareti nord ed est, invece, risentono delle novità formali adottate nel portale della chiesa. Elementi comuni sono le grandi foglie di palma, le modanature classicheggianti e il motivo a strette foglie lanceolate che orna la campana dei capitelli. Il capitello dell’angolo nord-est ricalca fedelmente il capitello destro del portico della facciata, mentre i fiori di narciso della parete sud riflettono l’influenza del gotico francese. La presenza di rosette rivela infine, la mano degli scultori laziali al cui repertorio appartiene anche il motivo della palma.





Lunette decorate poste sopra le porte che dalle scale "diurna" e "notturna" dalle quali si accedeva al chiostro e poi alla chiesa oppure agli altri locali.. Le scale erano cosi dette poichè dal dormitorio dei frati una, la notturna, veniva usata per le orazioni notturne. L'altra, invece, veniva detta diurna poiche veniva usata al mattino per accedere al chiostro e poi ai lavori giornalieri.


Refettorio dei frati
Come richiesto dalla prassi costruttiva cistercense, il refettorio dove i frati consumavano i pasti quotidiani, è adiacente al braccio meridionale del chiostro in corrispondenza del lavabo dove i confratelli compievano le necessarie abluzioni prima di mangiare. Il refettorio si presenta come una grande sala rettantangolare dotata di pulpito dal quale venivano letti i testi sacri durante i pasti. Il corredo scultoreo di questo refettorio è particolarmente ricco, costituito principalmente dai capitelli che denotano caratteri spiccatamente borgognoni seppure con una reinterpretazione delle maestranze locali che introducono il motivo a tralcio floreale. La fine dei lavori per l'edificazione del refettorio è datata esattamente entro il 1208 in quanto il Papa Innocenzo III vi cenò con i frati nel giorno della consacrazione della chiesa.






Infermeria dei conversi
In un'abbazia cistercense l'edificio che accoglieva i conversi malati si trovava solitamente fuori dal nucleo monastico vero e proprio (quello cioè intorno al chiostro), ma comunque presso di esso e asiacente il più possibile all'ala dei conversi. Spesso questo edificio, detto appunto infermeria dei conversi, aveva dimensioni superiori all'infermeria dei monaci, e ciò in ragione del numero elvato di fratelli laici, che nei momenti di magguiore fortuna economica di un'abbazia poteva superare quello dei religiosi.
L'infermeria dei conversi di Fossanova fu probabilmente costruitaall'inizio del xiii secolo, periodo che, non a caso, coincide con una situazione di particolare floridezza dell'abbazia. Si tratta di un edificio a pianta rettangolare con contrafforti esterni sui lati lunghi posti in corrispondenza e a controspinta degli archi trasversi che all'interno sostengono il tetto. L'aula era illuminata dall'alto da strette monofore che facevano passare la luce e il ricamio d'aria senza permettere riscontri d'aria pericolosi per i pazienti.
Le finestre più grandi che si vedono adesso più in basso sono state realizzate all'nizio del XX secolo. L'edificio viene attualmente usato per attività culturali, mostre etc.

Con "blocco di san Tommaso" si indica l'insieme di edifici che comprende la foresteria o infermeria dei monaci e la cosiddetta "casa dell'abate"L'origine del nome sta nel fatto che, secondo la tradizione, fu proprio in un ambiente della casa dell'abate che morì san Tomma d'Aquino.





Alcune parti dell'esterno dell'abbazia.