Dedicata a
Sant’Urbano I, papa dal 222 al 230 d.C e patrono di Apiro, l’Abbazia
Benedettina di Sant’Urbano all’Esinante venne
fondata verosimilmente intorno al 1000. Il primo documento che ne parla
è datato 1033. Un’iscrizione scolpita nell’antico
altare maggiore recava la data del 1086, anno della sua consacrazione, mentre
un’altra con data 1140, poco leggibile in quanto consunta dal tempo, è incisa
nella pietra dell’altare della cripta. A causa dei violenti contrasti con il vicino comune
di Apiro per le sue mire espansionistiche sul castello di Sant’Urbano, nella
prima metà del XIII secolo l'abbazia subì numerose devastazioni culminate con un incendio - nonostante fosse
protetta del comune di Jesi al quale si era autonomamente sottomessa nel 1219 -
che determinarono una prima e ampia ricostruzione secondo il modello
dell'abbazia di Sant’Elena di Serra San Quirico. Nel 1442 il monastero, ormai in decadenza, fu
accorpato all'abbazia di San Salvatore in Valdicastro di Fabriano, finché nel
1810 divenne proprietà privata. |
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All'esterno,
sul fianco visibile, la costruzione presenta quattro contrafforti a
rinforzo delle campate e si notano anche l'innervatura di sottili
archetti |
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Le
innervature degli archetti con decorazioni geometriche, insistono anche
nelle tre absidi, il tutto da un senso di possanza alla struttura |
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Guardando
la facciata, se non fosse per il piccolo portale e il campanile a
vela, sembrerebbe più una possente fattoria che non una abbazia. |
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Sotto il
profilo architettonico, l’Abbazia di Sant’Urbano all’Esinante, presenta tra le
varie peculiarità, quella dell’esistenza di due stili architettonici: il
romanico e il gotico e l’affascinante struttura a chiesa doppia. Colpisce la sua disposizione su tre piani connessi fra
loro da scalinate e camminamenti.
Appena varcata la soglia e scesi alcuni gradini, ci troviamo nella
prima chiesa, quella dei laici. Separata da un tramezzo che arriva
sino al soffitto c’è la seconda chiesa, quella dei monaci. I laici
potevano
assistere solo da lontano al rito religioso, e questo accentua il
carattere
mistico del tempio. |
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Qua si vedono gli affreschi del XV secolo rappresentatnti SantUrbano in cattedra ed una crocifissione |
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questa foto è stata scaricata da www.i luoghi del silenzio.it | |
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Su
questo capitello ci sono tante immagini, se non strane perlomeno un po'
particolari. intanto
c'è una scena di caccia, cosa piuttosto nusuale. Poi ci sono altri tre
simboli, un pentacolo (
che a quei tempi non era un simbolo negativo ma comunque raro, l'unico
altro che ho visto è nella chiesa di S.Angelo al Tempio a
Perugia) e poi altri due che appartengono ai simboli celtici, uno che
sembra una "triquetre" senza il cerchio, mentre in basso a senistra
sembra una piccola croce celtica. |
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Altra cosa estremamente particolare è che in questa Abbazia benedettina, ogni anno, si ripete lo
straordinario fenomeno dell ’“occhio luminoso”, articolo Pubblicato il 23/05/2020 da Giorgia Barchi e foto dell'occhio luminoso scaricate da
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Come si può notare in tutte le decorazioni dei capitelli, che le immagini sono piuttosto "grezze" |
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Lingresso della cripta è sovrastato da un affresco raffigurante la madonna con il bambino |
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