La pieve romanica dei Santi Giovanni ed Ermolao a Calci risale
alla fine del secolo XI. Fu costruita per volontà dell’arcivescovo
Daiberto e portata a termine grazie alla Contessa Matilde di Toscana. La
pieve, eretta tra l’XI e il XII secolo, colpisce il visitatore per la
sua facciata dicroma con archetti ciechi e lesene, per la poderosa
torre campanaria e per il grande fonte battesimale. All’interno le tre
navate sono separate da colonne di granito ornate da capitelli diversi
alcuni di reimpiego e risalenti all’epoca romana, ma anche bizantini e
romanici. Sulla sinistra della chiesa c'è il bellissimo fonte
battesimale del XII secolo che risulta essere "ad immersione". Altra
careatteristica particolare il possente campanile che probabilmente
doveva essere anche una torre di guardia e difesa, come si può dedurre
dalle feritoie. Le cose più misteriose però si trovano all'esterno, sul
retro della chiesa. Si possono notare alcune pietre con i simboli
classici delle chiese romaniche come il nodo si salomone in una o più
versioni, come anche dei fiori della vita ed un albero della vita che
sembrano non essere stati fatti per questa chiesa ma che siano
provenienti magari da un'altra costruzione demolita e poi riutilizzati.
Ma la cosa che colpisce maggiormente è il simbolo della triplice cinta
accompagnato da altri due simboli di cui uno in particolare si può
ritrovare in un borghetto della valle della lima, Casoli. Normalmente a
questo simbolo sono associati anche i Cavalieri Templari e la loro
presenza potrebbe essere giustificata dal fatto che Calci era ricca di
mulini e oliveti ed i Templari erano anche agricoltori che sfruttavano
le varie donazioni di terre per finanziare le crociate.
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