Pieve di San Giorgio a Brancoli - Lucca
Vorrei innanzi tutto ringraziare il sig. Alessandro che ci ha gentilmente accompagnato nella visita della Pieve e con lui
l'associazione che si prodiga affinche  questa meravigliosa chiesa possa essere visibile e visitabile.


Sembra che la Pieve romanica di S.Giorgio in Brancoli sia stata edificata sulle rovine di un tempio pagano dedicato al dio Apollo agli albori del medioevo.  A chi oggi si chiede come mai una chiesa importante come questa possa essere situata sulle impervie fiancate del massiccio delle Pizzorne, bisogna ricordare che la viabilità di quei periodi non è certamente quella di oggi e accanto alla pieve passava un importante ramo della via francigena mentre a valle una parte del territorio era paludoso.
Essa viene menzionata per la prima volta in una pergamena risalente al 767 e attualmente conservata presso l'Archivio Arcivescovile di Lucca anche se questa Pieve fu consacrat dl Papa Alessandro II nel 1062. Nella pergamenta un certo Ausolo di Brancoli affida i propri beni in eredità alla Chiesa o monastero di San Giorgio in Generiano. La tradizione attribuisce l'edificazione della dell'attuale impianto della Chiesa di S. Giorgio alla contessa Matilde di Canossa la cui effige sarebbe quella tuttora presente sulla facciata nord dell'Ambone. Capolavoro dell'arte romanica, Conservatasi integralmente nella sua forma originaria sia negli esterni che negli erredi scultorei interni, è caratterizzata dalla tipica austerità altomedievale.
Il campanile, anch'esso in puro stile romanico, è scandito da monofore e bifore e termina con una merlatura. L'intera stuttura è costituita da blocchi marmorei squadrati. L'interno è maestoso e suddiviso in tre navate da robuste colenne e pilastri dai capitelli classicheggianti. Si rimane subito colpiti dall'abbondanza di capolavori, tra i quali spiccano la fonte battesimale ottogonale, finemente decorata, il pulpito marmoreo. Sulla destra uma ceramica invetriata del XV secolo, che pare essre attribuita ai Delle Robbia, con la raffigurazione della celebre uccisione del drago da parte di S: Giorgio. Notevoli gli altari: quello centrale è ottenuto con materiali scolpiti di riporto medevali mentre quello sulla navata destra è un originale del XI secolo con decorazioni policrome. L'altare è sormontato da una grande croce lignea dipinta del XIII secolo della scuola del Berlinghieri, mentre gli antichi affreschi sulle pareti sono andati quasi tutti perduti, ad eccezione dell'Annunciazione di Giuliano di Simone. All'esterno vi è poi il misterioso "Brancolino" un bassorilievo raffigurante un omino stilizzato con grandi braccia aperte e mani enormi, posto sull'architrave del portale della fiancata sud. La sua funzione è ancora oggi oggetto di interrogativi, anche se, come in altre chiese di quel periodo, una figura del genere con i genitali ben esposti, fa pensare ad un retaggio pagano legato alla fertilità. fonte di parte delle notizie http://www.pievedibrancoli.it/storia.html.













L'ambone, a quattro colonne (che ricorda quello altrettanto splendido del Duomo di Barga), di cui quelle frontali rette da due splendidi leoni in lotta, rappresenta uno dei tratti distintivi della Pieve. Gli animali sono rappresentati entrambi mentre lottano, uno con un drago e l'altro con un guerriero, a simboleggiare il trionfo della chiesa sui suoi nemici terreni. Il leggio poggia su un'aquila, simbolo di S. Giovanni evangelista e al di sotto di essa vi è una figura seduta, probabilmente la contessa Matilde, benefattrice della Pieve. Notevoli anche i capitelli, in stile corinzio e lombardo.





Risale al XIII secolo lo splendido crocefisso, attribuito al Berlinghieri. Figura di estrema drammaticità, i suoi tratti anticipano quelli dei dipinti giotteschi, pur non distaccandosi ancora del tutto dalla tradizione bizantina, riscontrabili ad esempio nel panneggio e nella sinuosità delle forme. Ai lati la Madonna e San Giovanni, muti testimoni della passione, e alcuni soldati. L'opera è sormontata da un Redentore benedicente che reca la scritta "Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nelle tenebre".




L'affresco dell'Annunciazione, databile attorno al XIV secolo, si deve al pittore lucchese Giuliano di Simone. La scena è dominata da tre figure, rispettivamente la Madonna, l'Angelo e lo Spirito Santo, quest'ultimo rappresentato in forma di colomba. Il gioco di sguardi e l'intensità del dipinto sono ancora notevoli nonostante sia inevitabilmente segnato dal tempo. Posizionato all'ingresso del Presbiterio, e quindi in un punto di passaggio dei fedeli, rappresenta sicuramente uno dei pezzi più preziosi della Pieve.




La fonte battesimale è di forma ottogonale e rappresenta una delle peculiarità della Pieve. Il simbolismo è evidente, anche se si può interpretare sia come l'ottavo  giorno in cui il Signore è risorto, sia come simbolo di infinito ovvero come immortalità dell'anima che viene benesetta. La sua collocazione, nel lato sinistro della navata, vicino all'ingresso vuole ricordare, anche simbolicamente,che, proprio attraverso il battesimo, si entra a far parte della comunità dei figli di Dio quale è la Chiesa. Nella parte superiore del manufatto si può ammirare una ricca cornice con teste di uomini e animali che occupano gli otto spigoli della vasca.

















Le due campane hanno una storia singolare, quella di destra proviene da una chiesa il cui campanile è  lesionato ed è stato percio considerato  instabile. Quella di sinistra proviene da un monastero alienato ad un signore inglese che  una volta recuperata la campana la voleva fondere.  La fonderia ha avvertito le autorità e la campana è stata sequestratae portata in questa chiesa


Questo è il pavimento originale della chiesa, pensate che ha 1000 anni! Il San Giorgio che uccide il drago in terracotta invetriata policroma che, pare, sia attribuita ai della Robbia, forse Andrea visto i vari colori usati. Anche quà c'è una storia singolare. Pare che (di nuovo) un inglese abbia offerto parecchi soldi al parroco per potersi portarein Inghilterra, doveSan Giorgio è molto celebrato, questa splendida opera d'arte.